| Cosa cambia Più autonomia alle Regioni, potere centrale più forte, fine del cosiddetto bicameralismo perfetto. Sono queste le linee su cui si sviluppa la riforma della Costituzione italiana.
Le Regioni avranno potere esclusivo sulla sanità, la scuola (gestione degli istituti e definizione dei programmi), la polizia amministrativa regionale e locale. Il governo potrà intervenire e bloccare una legge regionale solo nel caso ritenga che pregiudichi l’interesse nazionale.
Nuovi connotati per i poteri dello Stato Scomparirà il bicameralismo perfetto, un sistema costituzionale che mette sullo stesso piano, come ruolo e funzioni, le due camere parlamentari. Il bicameralismo perfetto di solito prende forma nel procedimento di approvazione delle leggi. Attualmente la Costituzione prevede che ogni testo di legge, per entrare in vigore, deve essere approvato da entrambi i rami del Parlamento, senza differenze di competenze e funzioni Ma con la riforma non sarà più così.
La Camera esaminerà le leggi di competenza dello Stato: difesa, politica estera ed economica, immigrazione. Il Senato potrà solo proporre modifiche, ma la decisone finale spetterà solo alla Camera. Il Senato avrà una forte connotazione regionale. Si occuperà delle leggi che riguardano le Regioni: le materie concorrenti dell’art. 117, terzo comma, della Costituzione. Anche in questo caso la Camera potrà proporre modiche, ma la decisione spetterà solo al Senato. Importanti novità anche per quanto riguarda il numero dei parlamentari: alla Camera si passa dagli attuali 630 deputati a 518. Al Senato federale – eletto su base regionale – si passa da 315 senatori a 252.
Maggiore autonomia delle Regioni, attraverso la figura del Senato federale, che è contro bilanciata dai maggiori poteri previsti per il presidente del Consiglio. Il premier non avrà più bisogno della fiducia della Camera e, di fatto, la sua elezione sarà diretta. È previsto che il presidente della Repubblica nominerà premier il candidato della coalizione vincente. Il primo ministro avrà potere di nominare e revocare i ministri e potrà decidere di sciogliere la Camera. La sfiducia potrà essere presentata solo dai deputati della maggioranza, ma sarà costruttiva, dovrà, cioè, indicare il nome del nuovo premier.
Un presidente dimezzato Il presidente della Repubblica sarà eletto da un’assemblea composta da senatori, deputati, presidenti delle Regioni e da due delegati per ogni consiglio regionale. Manterrà il poter di promulgazione delle leggi e di indizione delle elezioni e dei referendum. Perderà quello di nominare e revocare i ministri, oltre che quello di sciogliere la Camera.
Sostanziali novità interesseranno anche la Corte costituzionale che assumerà una connotazione più politica a tutto scapito dell’indipendenza e dell’autonomia. Infatti i giudici costituzionali rimarranno 15, ma saliranno da 5 a 7 quelli di nomina parlamentare: 4 nominati dal Senato e 3 dalla Camera. Il capo dello Stato e le supreme magistrature ne nomineranno 4 ciascuno anziché 5 come oggi
Infine nuovi criteri per la nomina del Consiglio superiore della magistratura: per due terzi sarà eletto dai magistrati, per un sesto dalla Camera e per un sesto dal Senato.
Come si cambia una Costituzione
Le regole per la modifica del testo costituzionale sono previste nell’articolo 138 della Costituzione. In sintesi sono suddivise in due fasi: 1) quattro passaggi parlamentari: le leggi di revisione sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad un intervallo non minore di tre mesi. E nella seconda votazione le leggi devono essere approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera; 2) le leggi di revisione possono essere sottoposte a referendum quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o 500 mila elettori o cinque consigli regionali. Il referendum è confermativo della legge, ciò significa che per essere valido non è richiesto un quorum. Se la legge è stata approvata, nella seconda votazione, da ciascuna Camera con la maggioranza di due terzi dei suoi componenti, non è possibile ricorre allo strumento del referendum.
Fabio Cavallotti
DOPO AVER LETTO LA NOTIZIA, NON SO PERCHE' MA MI SENTO MOLTO DELUSO... MI SEMBRA DI VOLER TORNARE AL PASSATO... CHE SENSO HA SENTIR PARLARE IL NOSTRO CARISSIMO (DATEGLI VOI UN NOME!!!) DI EUROPA, QUANDO IN CASA SUA VUOLE UNA DIVISIONE???
CON QUESTO PENSO CHE ABBIAMO RAGGIUNTO IL FONDO...
POVERI GARIBALDI, MAZZINI, CAVOUR........... COME STARANNO OGGI NELLE LORO TOMBE???
LA VOGLIA DI ALCUNE PERSONE DI ESSERE RICORDATI NELLE PAGINE DI UN LIBRO DI STORIA E' TANTA, PECCATO PERO' CHE FORSE IN MOLTI CI VERGOGNEREMO DELLE STESSE...
DA QUESTO E' POSSIBILE CAPIRE LA VOGLIA DI DEMOCRAZIA CHE ANIMA CHI CI GOVERNA...
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